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Il tempo conferma le predizioni contenute in La matemàtica de la història.

Avui, giovedì 11 agosto del 2005. Cultura. Pagina 36.

Quattro autori analizzano le predizioni contenute nel saggio monumentale dello scienziato Alexandre Deulofeu.

Il tempo conferma le predizioni contenute in «La matemàtica de la història».

Ignasi Aragay. Barcelona.

Alexandre Deulofeu, autor d'una teoria ciclica de la historia.
Alexandre Deulofeu, autore di una teoria ciclica della storia.

Il singolare intellettuale repubblicano Alexandre Deulofeu (1903-1978) ebbe delle rare intuizioni politiche che ora si stanno compiendo: l’ascesa della Cina, la caduta dell’URSS, e l’unificazione della Germania.

La sua opera monumentale di tutta una vita, La matemàtica de la història, che egli sviluppò in otto volumi —sebbene il progetto iniziale ne prevedeva ventidue—, è ora l’oggetto di uno studio collettivo da parte degli storiografi Enric Pujol e Jordi Casassas, l’economista Francesc Roca, e il nipote di Deulofeu, Juli Gutièrrez Deulofeu. Il libro è stato pubblicato da Brau Edicions, sotto un titolo omonimo con quello dell’opera originale dell’autore al quale si rende omaggio.

Studiò farmacia e chimica a Madrid negli anni ’20 —ivi Dalí gli fece conoscere García Lorca, ma Deulofeu era troppo preso dalle sue cose—, fu un attivo catalanista repubblicano a Figueres negli anni ’30, —nel periodo della Guerra Civile ne divenne sindaco—, e andò in esilio in Francia fino al 1947. Gli ultimi trent’anni della sua vita li trascorse discretamente nella sua città natale facendo il farmacista, ossessionato dalla stesura di un’opera intellettuale di notevole importanza e, allora come oggi, incompresa.

Ma, che cos’è La matemàtica de la història? Si tratta di una teoria ciclica allo stile di Oswald Spengler (1830-1936), un autore che ebbe una grande influenza su Deulofeu, molto di più che il suo contemporaneo Arnold J. Toynbee (1884-1975). L’aspetto più originale dell’opera del nostro autore rispetto a questi suoi predecessori, è che non solo marca dei cicli storici, ma, sotto l’influenza della sua formazione in campo biologico, li stabilisce con una precisione matematica. Infatti, secondo l’autore, ogni civiltà dura 5.100 anni, suddivisi in tre periodi de 1.700 anni.

Dall’anno 1934.

Deulofeu incominciò molto presto a maturare la sua teoria. Nel 1934, nel suo primo libro, Catalunya i l’Europa futura, introduceva già la sua legge storica, a partire dalla quale «annunciava l’immediata decadenza dell’Inghilterra, la Francia e la Spagna, e sviluppava un’autentica e genuina teoria su una futura confederazione mondiale», scrive suo nipote, che aggiunge ancora che «a Montpellier, nel 1939, nella Résidence des Intellectuels Catalans, stupiva il suo colto pubblico annunciando il dominio futuro della Germania, in combinazione con la caduta degli antichi imperi europei, e la fine dell’impero russo, ovvero il fallimento del comunismo e dell’esperienza maxista». I fatti immediati non gli diedero ragione, ma visti dal punto di vista attuale, bisogna dire che colpì nel segno.

Nel 1976 continuava ad essere convinto della sua diagnosi e la perfezionava: «La Francia e l’Inghilterra hanno perduto la categoria di grandi potenze senza alcuna possibilità di ripresa. La Germania è ora in piena ripresa e proseguirà il suo corso ascendente, il cui aspetto politico più importante ed immediato sarà la riunificazione delle due Germanie, cosa che succederà attorno all’anno 2000, mentre allo stesso tempo l’impero sovietico si disintegrerà. Simultaneamente avrà luogo l’inizio della gran depressione negli Stati Uniti di America. Il Giappone segue un processo parallelo a quello dell’impero tedesco, cioè si avvicinerà al suo apogeo imperiale, mentre che il vero impero aggressore sarà il giovanissimo impero cinese, che s’impadronirà dei territori dell’URSS in Asia».

Non c’è male. Ci manca solo la questione islamica ed ecco lo scenario politico mondiale di oggi perfettamente tratteggiato.


La fine della Spagna per il 2029.

Alexandre Deulofeu applicò il suo curioso e preciso orologio della storia alla realtà dello stato spagnolo, e predisse la fine del vecchio impero per l’anno 2029, quando la Spagna, secondo questo scienziato visionario, diventerebbe una confederazione di stati indipendenti. Non vi sembra di trovare delle somiglianze con la costituzione federale di ERC, ivi compreso il diritto di secessione? Sicuramente, il partito repubblicano conosce le predizioni del suo antico militante e, inoltre, è disposto a fare qualunque cosa perche queste predizioni vadano a buon fine.