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Alexandre Deulofeu, biografia

Alexandre Deulofeu

Biografia presa nella Wikipedia in italiano.

Alexandre Deulofeu.Alexandre Deulofeu i Torres (L’Armentera, 1903 — Figueres, 1978), politico e filosofo della storia, scrisse su quello che lui chiamò la «Matematica della Storia», una teoria ciclica sull’evoluzione delle civiltà.

Alexandre Deulofeu nacque a L’Armentera, provincia di Girona, Catalogna (Spagna), il 20 settembre 1903, dove suo padre era farmacista. All’età di tre anni la famiglia si trasferì a Sant Pere Pescador, e nove anni più tardi a Figueres. Seguì le scuole medie e superiori nell’Instituto Ramón Muntaner, a Barcellona si laureò in Farmacia, ed a Madrid studiò Chimica che poi completò a Barcellona. Ritornato a Figueres vinse un concorso e divenne professore nell’istituto della città. Qui iniziò un periodo di intensa attività politica, prima come dirigente della Juventud Nacionalista Republicana (Gioventù Nazionalista Repubblicana) dell’Empordà, e poi come consigliere comunale per ERC. Durante la Guerra Civile fu sindaco provvisorio di Figueres, dove evitò scontri, saccheggi e persecuzioni. Nel fronte fu assegnato alla sezione di sanità. Andò in esilio in Francia il 5 febbraio 1939 quando l’esercito repubblicano si ritirò. Nell’esilio fece diversi mestieri: maestro di diverse materie; violinista e sassofonista in diversi gruppi di musica per divertimento e classici; agricoltore sperimentale creatore di colture senza terra con soluzioni liquide che aveva inventato; operaio in fabbrica, muratore, scrittore, poeta, ecc. Fece amicizia con Francesc Pujols e con Salvador Dalí. Ritornó dall’esilio il 22 gennaio 1947, e riprese il suo lavoro come farmacista, continuò con le sue ricerche e a scrivere. Morì a Figueres il 27 dicembre 1978, lasciando inconclusa la versione completa della sua opera principale, intitolata «La Matematica della Storia».

Egli affermó che le civiltà e gli imperi hanno dei cicli equivalenti ai cicli naturali degli esseri viventi. Ogni civiltà può avere un mínimo di tre cicli di 1700 anni ognuno. Compresi dentro le civiltà gli imperi hanno una durata media di 550 anni. Egli affermò che per mezzo della conoscenza dell’indole dei cicli si possono evitare le guerre, che egli considera innecessarie, per mezzo di processi pacifici anzicché violenti. Affermò inoltre che l’umanità potrà, conoscendoli, alterare i suoi cicli, e che questa deve tendere ad organizzarsi in una Confederazione Universale di popoli liberi.

L’enunciazione della legge matematica che, secondo lui, determina l’evoluzione delle popolazioni è riassunta nei punti seguenti (Capitolo III di «La Matematica della Storia» in catalano, edizione 1967):

  1. Tutti i popoli hanno epoche di grande frazionamento demografico, alternate ad altre epoche di grande unificazione, o epoche imperialiste.
  2. Le epoche di grande frazionamento hanno una durata di sei secoli e mezzo. Le epoche di grande unificazione hanno una durata di dieci secoli e mezzo. Il ciclo evolutivo comprende quindi diciassette secoli.
  3. Durante questo processo evolutivo i popoli percorrono delle fasi perfettamente definite per raggiungere, alla fine del ciclo, la stessa posizione che avevano al principio.
  4. Il ciclo evolutivo abbraccia tutti gli ordini dell’attività umana, dobbiamo cioè considerare, oltre ad un ciclo político, un ciclo sociale, artistico, filosofico, scientifico,…
  5. Tutti i popoli seguono lo stesso schema, ma questo si accelera o ritarda secondo la posizione geografica di ogni paese.
  6. La forza creatrice non è la stessa per tutti i popoli. Per ogni ciclo esiste una zona di massima intensità creatrice, e questa zona si sposta da un ciclo all’altro nello stesso senso del processo generale. In Europa questo avanza dall’Oriente verso l’Occidente mediterraneo, passa poi dalla Penisola Iberica alla Gallia, segue nelle Isole Britanniche, continua con i popoli germanici e arriva finalmente ai popoli nordici e slavi.
  7. I nuclei imperialisti che danno luogo alle epoche di grande unificazione politica seguono processi biologici perfetti, identici fra di loro e con una longevità fra i cinque e i sei secoli.
  8. La trasformazione dei regimi politico-sociali non ha luogo secondo una línea costante ascendente o discendente, ma piuttosto per mezzo di un avanzare e retrocedere alternativamente più intensi o meno intensi, il che da come risultato una linea irregolare. Il risultato di questa linea equivale ad un avanzamento in un senso dato: è quello che si chiama la «Legge di due passi avanti ed uno indietro».

Il suo prensiero è in rapporto con le idee di Oswald Spengler e di Arnold J. Toynbee. Anche loro presentarono delle teorie sul carattere ciclico delle civilizzazioni, ma senza raggiungere la misurazione matematica così precisa proposta da Deulofeu.

Durante il suo esilio, ed anche dopo, Deulofeu visitò diversi musei, templi e monumenti di diversi paesi dove, fra altre conclusioni, dedusse che aveva trovato l’origine dell’arte romanico durante il secolo IX nella zona fra l’Empordà e il Rosselló, che era l’origine di quello che lui chiama il secondo ciclo della civiltà europea occidentale, dopo il primo ciclo.