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Il nuovo studio su Deulofeu rivendica il metodo scientifico delle sue predizioni.

El Punt, domenica 7 agosto 2005.

Cultura-Spettacoli. Pagina 44.

Il nuovo studio su Deulofeu rivendica il metodo scientifico delle sue predizioni.

Eva Vàzquez / Figueres.

Enric Pujol ha coordinato i saggi riuniti in un libro sulla teoria della matematica della storia pubblicato da Brau Edicions.

Alexandre Deulofeu continua sent un historiador mal conegut.
Alexandre Deulofeu continua ad essere uno storiografo poco conosciuto.

Eva Vázquez. Figueres.
Mentre si va avanti nel recupero dell’opera completa monumentale dello storiografo Alexandre Deulofeu (Armentera, 1903 — Figueres, 1978), principalmente autoedizioni degli anni cinquanta, Brau Edicions ha appena pubblicato uno studio critico sulle teorie profetiche dell’antico farmacista e sindaco di Figueres. Il libro è stato coordinato da un altro storiografo, Enric Pujol, e contiene collaborazioni di Jordi Casassas, Francesc Roca e Juli Gutièrrez, nipote del singolare teorico della matematica della storia. Lo scopo del lavoro è quello di rivalorizzare un pensatore “per niente volgare ed estremamente immaginativo”, secondo Pujol, e salvare le precise predizioni politiche ottenute con il suo metodo dall’anonimato al quale spesso le ha condannate il mondo accademico.

Come Francesc Pujols, Jaume Miravitlles o Marià Rubió i Tudurí, Alexandre Deulofeu appartiene al gruppo di ricercatori che formano il collegio invisibile: quelli che, fuori dalle scuole costituite, hanno riflettuto con profitto sui fenomeni storici di lunga durata, ed hanno elaborato, nel caso particolare di Deulofeu, delle ardite elucubrazioni profetiche che il tempo ha finalmente confermato, sebbene la sua febbrile dedizione e il perfezionamento dei pronostici non servirono neanche perche il suo lavoro fosse riconosciuto e neppure accettato.

Questo è un apprezzamento che Frencesc Roca, professore di politica economica all’Università di Barcellona (UB), diffonde nel suo articolo intitolato La matemàtica de la història. La teoria cíclica d’Alexandre Deulofeu (Brau Edicions), che va ad ingrossare la bibliografia che in questi ultimi anni è stata dedicata a recuperare il pensiero dello storiografo dell’Empordà, a cominciare con la miscellanea pubblicata dal Institut d’Estudis Empordanesos con l’occasione del centenario dell’autore nel 2003, e seguendo con il breviario per la diffusione della sua principale teoria, pubblicato questo stesso anno da Llibres de l’Índex dal suo nipote, Juli Gutièrrez, instancabile divulgatore del pensiero di quel farmacista che, secondo quanto racconta la leggenda con molta manica larga, non leggeva i giornali perche i calcoli fatti secondo la sua teoria gli permettevano conoscere in anticipo l’informazione contenuta nei giornali.

Sebbene questo nuovo libro sulle teorie di Deulofeu nasce da una pretesa inevitabilmente rivendicativa, Enric Pujol, che è il coordinatore del libro otre ad essere pure l’autore di uno dei saggi, avverte che è stato mosso soprattutto dalla volontà di offrire una visione equilibrata, non inquinata né dall’apologia né dalla reticenza. Lo scopo è quello di situare il pensiero di Deulofeu nella Catalogna e nell’Europa del suo tempo, marcate ambedue dalle guerre e dall’antagonismo fra capitalismo e comunismo, e di svelarne l’origine teorico, chiaramente allineato con i postulati di Arnold Toynbee e di Spengler. Le affinità fra il pensiero di Deulofeu e quello di questi altri due studiosi del carattere ciclico, e quindi prevedibile della storia, occupano infatti il corpo principale dello studio di Enric Pujol. Jordi Casassas, professore di storia contemporanea alla UB, invece, analizza l’ambito politico e culturale in cui l’intellettuale sviluppó la sua opera, mentre Francesc Roca riconsidera le sue predizioni, come la riunificazione tedesca, lo smembramento dell’Unione Sovietica o la vitalità asiatica, senza però rinunciare ad un’analisi critica del suo metodo. Per concludere, Juli Gutièrrez proietta la tesi di suo nonno fino al presente e, specialmente, fino al vaticinio che annuncia per il 2029 la fine della tutela dello stato spagnolo sulla Catalogna.